Titolo: Marco Ligabue: «Il futuro è in un'auto ibrida» 2011-04-27, 12:35
Marco Ligabue: «Il futuro è in un'auto ibrida» Il chitarrista dei Rio (e fratello di Luciano) racconta la sua passione per le energie rinnovabili. E perché la sua band ha deciso di ambientare un video tra pannelli fotovoltaici
«Ho un bellissimo rapporto con le energie “alternative”, è un tema che mi appassiona molto». Così Marco Ligabue, fratello minore del «Liga» e chitarrista dei Rio, spiega la scelta della band di ambientare il video del loro ultimo brano, 150 (dedicato all’anniversario dell’Unità), nel centro fotovoltaico più grande d’Italia, vicino a Prato. «Ci sono 15mila pannelli», racconta entusiasta. Perché lo avete scelto come set di 150? «Quello dell’energia pulita – fotovoltaica, ma anche eolica e geotermica – è un punto di ripartenza per il nostro Paese. Energie rinnovabili per un futuro rinnovabile». Sembra uno spot. Lei che cosa fa per l’ambiente? «Sia la mia casa a Correggio che quella in Sardegna (la compagna è sarda, ndr) hanno i pannelli solari, faccio la raccolta differenziata, guido una macchina ibrida. Della mia Prius sono contentissimo: inquino meno sia a livello acustico che di emissioni. Sono convinto che quello delle auto ibride sia un passaggio importante verso ilfuturo».
Fabio Mora e Marco Ligabue, voce e chitarrista dei Rio
È un amante della campagna? «Diciamo che, da buon emiliano, sono molto legato alla terra: da tre anni, con la mia famiglia e Luciano, siamo tornati a produrre il Lambrusco come lo faceva mio nonno, solo per gli amici». Passiamo alla musica: come mai una canzone dedicata ai 150 anni dell’Italia? «Volevamo esprimere il nostro punto di vista, in un’occasione così importante. È deprimente che l’Italia, con tutto il potenziale che avrebbe per eccellere, si ritrovi in questa situazione così torbida… ». Come si fa ad affrontare certi temi senza cadere nella retorica? «È molto difficile infatti. Ma come cantiamo in questo brano: “Piacere a tutti non è un mio problema”. Oggi si pensa che bisogna per forza essere belli, perfetti, venire bene nelle foto a ogni costo, mentre dovremmo tornare a valorizzare ognuno la propria individualità. E questo va al di là di ogni retorica».