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| Titolo: Ironico, irresistibile, trash -Fenomeno «Danza Kuduro» 2011-07-20, 11:36 | |
| Ironico, irresistibile, trash Fenomeno «Danza Kuduro» È il brano musicale dell'estate, ma le radio lo snobbano Le parodie sono un segno di successo. E quelle di «Danza Kuduro», alcune con giochi di parole irripetibili, occupano un bel po' di pagine su YouTube. Il portoricano Don Omar e il franco-portoghese Lucenzo sono i due autori di uno dei pezzi dell'estate. Lanciato dalla colonna sonora di Fast & Furious 5 , film a tutto motori con Vin Diesel e lo stesso Don Omar, il brano è da due mesi il più scaricato da Internet e si sente ovunque: dalle discoteche ai baracchini notturni dei panini, dalle spiagge ai commenti dei servizi nei tg. Quasi ovunque. Le radio, la Rai e i grandi network, soprattutto, lo snobbano e «Danza Kuduro» galleggia attorno al ventesimo posto dei più trasmessi. «Mi diverte, ma non è sufficientemente canzone. Ha quel groove tamarro-erotico che piace ai chicos ed è la dimostrazione che anche nel nostro Paese c'è una forte comunità latina. È un successo figlio di questa nuova Italia, è un fenomeno di immigrazione musicale», lo stronca Linus, direttore di Radio Deejay. La pensano diversamente al Papeete Beach di Milano Marittima, una delle spiagge più ricercate della Riviera romagnola dove si va più per ballare che per la sabbia e il mare. «L'effetto sul pubblico è fortissimo: la mettiamo e in automatico parte il balletto - dice il direttore artistico Marco Giotto -. Ha un ritmo coinvolgente che sta bene anche a fianco dei pezzi più disco, ha un testo facile che tutti capiscono e cantano anche senza capire lo spagnolo, ma non si arriva mai all'effetto "villaggio vacanze". Insomma, è il "Waka Waka" di quest'anno. Ci abbiamo creduto sin dall'inizio e lo abbiamo inserito anche nella nostra compilation dell'estate». Fra i network radiofonici si distingue Rtl: «È il classico fenomeno estivo. Sarà anche un pezzo usa e getta, magari fra un mese e mezzo ce ne saremo dimenticati, ma adesso gli ascoltatori ce lo chiedono via sms», spiega il presidente Lorenzo Suraci. Il testo di «Danza Kuduro» spiega le mosse per il ballo: «Su le mani/ muovi solo i fianchi/ fai mezzo giro». E ancora: «Non stancarti adesso/ abbiamo appena iniziato/ muovi la testa». Passi che ricalcano i fondamentali del kuduro, un ballo nato in Angola negli anni 80-90 e arrivato poi in Portogallo sulle onde dei migranti. La musica vive dell'incontro fra ritmi africani e caraibici e contaminazioni fra dance e hip-hop. Ma, risvolto goliardico, kuduro in portoghese (che è la lingua ufficiale dell'Angola) significa anche «sedere sodo». Uno dei due protagonisti, Lucenzo, è in tour in Italia: 22 luglio a Viadana in provincia di Mantova, 23 a Cervia, 24 a Riccione, 15 agosto a Palinuro, 16 a Praia a Mare (Cosenza), 17 a Montepaone Lido (Cosenza) e 20 a Ischia. Vero nome, Filipe Oliveira, nato a Bordeaux nell'83, è lui l'autore della prima versione della canzone, «Vem dançar kuduro», in coppia col rapper americano Big Ali. L'anno scorso è stata un successo in Francia, dove è arrivata al numero 2 delle classifiche generali e al primo posto di quelle dance. A farle conquistare i mercati europei ci ha pensato Don Omar che, sempre in coppia con Lucenzo, l'ha trasformata con un ritmo più incalzante e iniezioni latine di reggaeton. Lo ha reso più tamarro, è vero. Non piacerà alla gente che piace, ma funziona. Andrea Laffranchi alaffranchi@corriere.it | |
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