Da Sanremo al «Feltrinelli»
Con un disco per i professoriAlessandro Casillo dopo la vittoria è tornato a scuola. Ma niente compito di matematica: «Ero convinto...»La bidella: siamo innamorati di lui
Alessandro Casillo (Fotogramma)
MILANO - Che sia scattata la «sindrome Justin Bieber»? A sentir lui, «no, ma dai, manco per sogno». Ma per una bidella, invece, sì. «Siamo già tutti innamorati di lui» confessa. Meno ardite le insegnanti: «Ne ha da pedalare...». Ancor più schive le compagne di classe: «Lo sosteniamo, sì, ma solo da amiche», assicurano Maria ed Evangelista sorridendo. Ma c'è da giurare che in molte abbiano già perso la testa. È il giorno del ritorno a scuola di Alessandro Casillo, 15 anni vissuti tra il microfono, i libri e il campo da pallone. Ieri, ha varcato l'ingresso del «Feltrinelli» da vincitore del festival di Sanremo, sezione giovani.
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eekend trionfale all'Ariston (con coprifuoco televisivo a mezzanotte per limiti di età), già in classe il lunedì mattina all'istituto tecnico di piazza Tito Lucrezio Caro. Un salto triplo e carpiato, che ben spiega l'indole del ragazzo. «Ho il compito di matematica», aveva detto all'Italia in diretta solo qualche sera fa. Peccato che, alla fine, il compito in classe non ci fosse. «Oggi non avevo neppure la lezione con la classe di Alessandro», rivela la prof Melloni. Poi l'idea: «Magari, ora, glielo faccio a sorpresa». «Ero convinto, mi ero pure preparato», dice invece lui, sorpreso. Frangia sugli occhi, look sbarazzino, felpa con cappuccio, jeans e numerosi anelli sulle dita, niente a che vedere con l'abito sfoggiato tra i fiori del palco ligure. «È bello tornare qui, per me non cambierà nulla».
Già da mesi, infatti, il ragazzo è una star. Merito o colpa di una trasmissione di Canale 5: Io canto , con Gerry Scotti. Dopo la prima apparizione, su Facebook, aveva già migliaia di fan: oggi sono 133 mila. A scuola arrivano lettere, regali, pacchi, pacchetti. «Spero che la sua vittoria porti entusiasmo al Feltrinelli», auspica la preside Annamaria Indimeneo. Intanto, «studio poco, voti belli, benvenuto al Feltrinelli» canticchia nei corridoi un alunno, che si fa chiamare Kash.
Sezione C, classe seconda. In aula, nessun compagno è sorpreso di rivedere Ale seduto all'ultimo banco: «Era più strano ammirarlo in tv», ridacchiano. Clima eccitato, tutti allegri, il disco sul banco protagonista, «da regalare ai professori». Gli amici scelgono le tracce preferite: «Io voto
È vero», dice Emanuela; «No, no, meglio
L'amico migliore », interviene Federico. Fuori dall'aula un guascone lo prende in giro: «Solo per gioco», forse per invidia. Ma lui non se la prende. «Vedi? Mica gli rispondo». Nei corridoi, qualche coro, un po' di cameratismo bullista e un professore che lo attacca sottovoce: «Canta male».
«Timido, per nulla arrogante, educato» è invece il giudizio degli altri insegnanti. Promosso senza debiti l'anno scorso, anzi: «È molto amato - aggiunge la preside -. Speriamo che il successo non gli porti via i suoi anni, ma la famiglia è solida. C'è chi diventa uno spaccone per molto meno». Lui, no. Viene da Buccinasco, ma è di Assago, dove vive e gioca a pallone, seconda punta, figlio di uno chef di Pompei e un'infermiera di Castelvolturno. Sport e musica ok, donne manco a dirlo, «in italiano, invece, è da rivedere». Prof Micillo dixit.
Giacomo Valtolina
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