La storia della reliquia Esposta la maglietta con il
sangue di Giovanni Paolo IIRoma - E’ stato il suo primo regalo da Beato. Proprio nel giorno anniversario della sua nascita, il 18 maggio, è stato consacrato il primo Santuario intitolato a
Papa Giovanni Paolo II, proclamato Beato il primo maggio scorso. Gesto ancor piu’ simbolico quello di dedicargli la chiesetta del paese di
San Pietro della Ienca, sul quelle montagne d’Abruzzo che tanto amava. «E dove andavamo spesso a sciare, in incognito, il martedi», raccontava di recente
Joaquim Navarro Vals, per piu’ di 26 anni Capo Ufficio Stampa del Vaticano e compagno di quelle uscite clandestine . Chi non ricorda anche quella gita sulla neve con il Presidente Pertini sulle pendici del Gran Sasso? «Al Papa la montagna ricordava la sua Polonia, e le vette lo aiutavano a meditare e pregare».
Ecco dunque il primo luogo ufficiale di culto di Papa Giovanni Paolo, mentre a Roma
la maglietta che indossava il 13 maggio 1981, quando fu colpito dai proiettili di Ali’ Agca, viene esposta dal giorno della sua beatificazione,e continua ad attirare fedeli. «Si vedono i fori di tre pallottole. Ma forse uno, quello sul dorso, è un foro di uscita. Nella fretta di operare il Papa, i medici l’hanno tagliata verticalmente, capirlo è difficile». A Suor Beatrice, della Congregazione delle Figlie della Carità a Roma trema la voce mentre mostra la maglia avorio coperta di sangue che Giovanni Paolo II portava il giorno dell’ attentato alla sua vita in Piazza S. Pietro, il 13 maggio 1981.
La maglia, di marca Hanro - una celebre ditta elvetica di intimo - porta in piccolo le iniziali “GP” vicino all’etichetta e vistose tracce di sangue delle ferite del Santo Padre intorno ai fori dei proiettili.
«A noi l’ha consegnata la Anna - prosegue Suor Beatrice - nel 2000, l’anno del Giubileo, pochi mesi prima di morire». Anna, cioè
Anna Stenghellini, una ex-novizia e infermiera caposala al Policlinico Gemelli, di turno quel fatidico mercoledì mattina quando con il cuore colmo d’angoscia i medici fecero trasportare in gran fretta in sala operatoria il Papa. Spiega il Professor
Alfredo Wiel Marin, uno dei chirurghi che operò il Papa: «Arrivo’ cosi’ calmo, immobile, che per un attimo lo credetti morto. Poi perse i sensi. Le ferite erano tre, quella all’addome, gravissima, avrebbe potuto rivelarsi fatale. Quella pallottola aveva sfiorato tre anse dell’ intestino tenue e si era incredibilmente fermata in un angolo piccolissimo, tra uretere e vasi iliaci. Un centimetro oltre e sarebbe stata la fine».
Nella fretta qualcuno taglia dunque sommariamente la maglia del Papa che finisce tra le garze operatorie, in un cestino. Dopo l’intervento, al momento di andarsene, Anna Stenghellini la raccoglie, l’avvolge tra nuove garze e la porta a casa. Poi, subito, ne certifica la provenienza - che fa autenticare in Vaticano - con una lettera autografa. Solo quasi vent’anni dopo, prossima alla fine, la consegna alle Figlie della Carità, perchè ne siano le custodi. «Ora che Giovanni Paolo II è diventato Beato abbiamo deciso di esporla, perchè è diventata una reliquia - spiega Suor Beatrice - . Sa, le reliquie sono legami tra i vivi e i Santi. I pellegrini possono venire a vederla nella nostra cappella Regina Mundi a Roma e pregare qui».
Riprendendo cosi’ una consuetudine che era stata di Giovanni Paolo II. Anche lui aveva le “sue” reliquie, negli appartamenti privati in Vaticano. E tutte le mattine, anche quando era in sedia a rotelle, non cominciava la giornata se non dopo averle venerate.
Bianca Bellelli