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 La Puglia, luoghi-da-visitare

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MessaggioTitolo: La Puglia, luoghi-da-visitare   La Puglia,  luoghi-da-visitare Icon_minitime2011-11-30, 18:38

La Puglia



La Puglia,  luoghi-da-visitare 4161-la-puglia1_thumbs


Principale porta italiana verso l'Oriente, la Puglia è una terra che durante i secoli ha subito le conquiste di numerosi popoli, dai Greci ai Longobardi, dai Bizantini ai Normanni, dagli Arabi agli Svevi, dai Francesi agli Spagnoli, che, da un lato, hanno imposto il loro potere ma, dall'altro, hanno lasciato in eredità opere d'arte, riti, stili architettonici, modi di vivere, abitudini gastronomiche. Il periodo che va dall'XI al XIII secolo è cruciale nella storia della Puglia. I protagonisti di questa fase storica sono i Normanni e l'imperatore Federico II, lo Stupor Mundi, che cominciarono a gettare le basi per la realizzazione di un patrimonio architettonico, arricchitosi durante il '600 grazie alla fioritura del Barocco Leccese, tra i più considerevoli d'Italia per la sua bellezza.

Osservando la Puglia su una cartina dell'Europa, salta all'occhio la sua forma bizzarra, simile a un tacco. Proprio per questa sua conformazione, e per la sua posizione geografica, viene definita il Tacco d'Italia, che come si sa è anche chiamata "Stivale". Con i suoi 19.361 chilometri quadrati di superficie, la Puglia occupa l'estremo lembo sud orientale della penisola Italiana, confinando a est e a sud con il Mare Adriatico, a ovest con il Mar Ionio, la Basilicata e la Campania, a nord con il Molise.

Grazie alla forma stretta e allungata, la Puglia si aggiudica il primato di regione più "lunga" d'Italia. Questa caratteristica si traduce in un'accentuata diversità paesaggistica del territorio, che per quanto sia per lo più pianeggiante e collinare, è composto da sei regioni geografiche: a nord (unica parte che presenta rilievi di altezza importante) il Gargano, il Tavoliere e il Sub - Appennino Dauno, al centro, le Murge, la Valle d'Itria e l'Arco Ionico Tarantino, a sud il Salento. Lo sviluppo costiero è il più esteso dell'Italia peninsulare e forte è il legame esistente con il mare.

La Puglia è una destinazione turistica per eccellenza e l'ospitalità è di casa tra i suoi abitanti. Di attrazioni ce ne sono tante e spaziano dalle risorse artistiche a quelle naturali, dall'enogastronomia alle tradizioni popolari. Ampio spazio anche allo sport: qui si possono praticare tutti, dal trekking al surf, dalle immersioni all'arrampicata, dall'equitazione alla vela. Come scoprirete "sfogliando" e leggendo la nostra guida sulla Puglia, celebri sono le numerose cattedrali romaniche, come quella di Trani ad esempio, e le architetture barocche del centro storico di Lecce. Unici al mondo, proprio per questo riconosciuti dall'Unesco come Patrimonio dell'Umanità, sono i Trulli di Alberobello e il misterioso Castel del Monte. E ancora, da non perdere sono i centri storici di Ostuni, Gallipoli e Martina Franca.

I tesori della natura sapranno stupirvi, a partire dagli 865 km di coste, che per la loro varietà di scenari (spiagge sabbiose, calette, scogliere di varia altezza, falesie, isole e…torri costiere!), e per la possibilità di andare facilmente da un versante costiero all'altro in base ai venti, rendono la Puglia una meta ambita per le vacanze estive. Da nord a sud, le destinazioni top per le vacanze al mare in Puglia sono le coste del Gargano e le coste del Salento. Non meno affascinanti sono le grotte, da quelle di Castellana, nel Barese, a quelle di Castro, lungo la costa adriatica salentina, la Foresta Umbra, nell'alto Gargano, o le meravigliose Isole Tremiti, davanti al medesimo promontorio. L'importanza del patrimonio naturalistico pugliese si traduce nella presenza di varie zone di territorio sottoposte a tutela: due Parchi nazionali, quello del Gargano e quello dell'Alta Murgia, due regionali, diverse aree marine protette e riserve naturali statali e regionali.

L'enogastronomia pugliese annovera numerose prelibatezze, dalle materie prime, come i pomodori, le melanzane, le ciliegie, le olive, gli agrumi, ai primi e secondi piatti, come la pasta fatta in casa (orecchiette, cavatelli, sagne, e così via) condita con pomodoro e cacioricotta o cime di rapa, i piatti a base di pesce, da gustare sulle coste, le tielle (la barese a base di riso, cozze e patate è la più famosa!), le carni, di agnello, pecora, cavallo, al forno o alla brace. Assolutamente da non perdere sono i formaggi, come la mozzarella, la burrata, la ricotta, le provole, le scamorze, e il pane e i farinacei, come il celebre pane di Altamura, i tarallini, le pucce o pizzi (pagnotte morbide con olive, pomodoro e peperoncino), le friselle, la focaccia barese. Due prodotti di qualità sono il vino, quali l'Aleatico, il Primitivo di Manduria, il Moscato di Trani, e l'olio, un vero simbolo regionale.

Infine, una regione vivace come la Puglia propone, durante tutto l'arco dell'anno, un fittissimo calendario di appuntamenti, tra sagre, festività religiose, rievocazioni storiche, eventi musicali e culturali, che possono costituire un'ottima occasione di viaggio, durante la quale respirare il calore della gente del posto.

Come arrivare
IN AEREO
La Puglia è raggiungibile in aereo, in treno, in pullman e in auto o moto. Il principale aeroporto della Puglia è l'aeroporto internazionale di Bari. Al secondo posto per flusso di passeggeri è l'aeroporto di Brindisi. Entrambi sono collegati al resto d'Italia e d'Europa, anche con voli low cost. A Foggia si trova un piccolo aeroporto servito da voli stagionali, da cui si effettuano anche collegamenti con le Isole Tremiti in elicottero (Alidaunia). Da segnalare due servizi utili. La navetta che collega l'aeroporto di Brindisi al City Terminal di Lecce (www.sitabus.it). Il servizio Pugliairbus (http://pugliairbus.aeroportidipuglia.it/) che offre collegamenti dall'aeroporto di Bari alle stazioni ferroviarie di Taranto e Foggia, all'aeroporto di Foggia e a quello di Brindisi. All'aeroporto di Bari è disponibile un servizio autobus AMTAB per la stazione di Bari Centrale (numero verde 800450444). Fuori dagli arrivi si trovano i taxi (www.taxibari.it). Per noleggiare un auto si trovano tutte le principali compagnie di autonoleggio (Avis, Hertz, Italy by car, Maggiore, Sixt, Targarent, Auto Europa, Europecar). All'aeroporto di Brindisi è presente un servizio autobus STP per raggiungere il centro della città (numero verde 800232042). Fuori dagli arrivi si trovano i taxi (tel. 0831597901). Sono presenti le principali compagnie di autonoleggio. L'aeroporto di Foggia è collegato con il centro città tramite le navette COTRAP (www.cotrap.it).

IN TRENO
La Puglia è, inoltre, collegata al resto d'Italia con le Ferrovie dello Stato. Le Ferrovie Apulo-Lucane (www.fal-srl.it) collegano Bari a entrambi i capoluoghi lucani.

IN AUTOBUS
Numerose località pugliesi sono raggiungibili anche con le autolinee. Le principali autolinee che effettuano collegamenti dal Nord e dal Centro sono: Ferrovie del Gargano (www.ferroviedelgargano.com), Lentini (www.autolineelentini.it), Marino (www.marinobus.it), Marozzi (www.marozzivt.it), Miccolis (www.miccolis-spa.it), SITA (www.sitabus.it). Dalla Sicilia: Scoppio (tel. 0803482816) e ed Etna Trasporti (www.etnatrasporti.it).

IN AUTO/MOTO
In auto, la Puglia si raggiunge percorrendo l'autostrada A14 Bologna – Taranto dal Centro-Nord e la A16 Napoli - Canosa di Puglia. La SS 106 Ionica è la principale arteria stradale che collega il Sud alla Puglia.

Come muoversi
In Puglia è possibile effettuare spostamenti in treno, pullman, auto/moto propria o a noleggio. Chi preferisce il treno può contare sulle Ferrovie Sud-Est (www.fseonline.it) per gli spostamenti nel Salento e in qualche altra località della Regione. Per muoversi nel promontorio del Gargano invece sono presenti le Ferrovie del Gargano (www.ferroviedelgargano.com). La Ferrotramvia Bari Nord (www.ferrovienordbarese.it) garantisce gli spostamenti, nei giorni feriali, tra alcune importanti località della Terra di Bari. Chi desidera può scegliere l'autobus. Ferrovie del Gargano (www.ferroviedelgargano.com) garantisce i collegamenti nella provincia di Foggia, SITA (www.sitabus.it) tra il Foggiano e la Terra di Bari. Per muoversi nella provincia di Bari e in quella di Barletta – Andria – Trani sono operative le autolinee STP Bari (www.stpspa.it). In provincia di Brindisi opera la STP Brindisi (www.stpbrindisi.it) e nel Tarantino la CTP (www.ctptaranto.it). Le Ferrovie del Sud – Est (www.fseonline.it) coprono quasi tutto il territorio barese, parte di quello tarantino e l'intero Salento. STP Terra d'Otranto (www.stplecce.it) garantiscono i collegamenti tra Salento e province limitrofe. Chi raggiunge la Puglia in auto/moto o ne noleggia una (la soluzione migliore per chi arriva in treno, autobus e aereo), ha a disposizione una fitta rete di strade statali che percorrono il territorio in tutte le direzioni. Alcune sono scenografiche, come la SS 89 Garganica, la SS 172 o "strada dei trulli", la SP 358 da Otranto a Santa Maria di Leuca, la SS 16 Adriatica.

Il periodo migliore per la tua vacanza
La scelta del periodo per fare una vacanza in Puglia può essere dettata dal clima o dagli eventi. Grazie a temperature miti, la Puglia si può visitare tutto l'anno, tuttavia il maggior numero di visitatori si registrano d'estate, attratti prima di tutto dal mare e in secondo luogo dalle bellezze delle zone interne. La primavera è il periodo migliore grazie alle temperature piacevoli e alle lunghe giornate. L'inverno non è troppo rigido, specie sulle coste. L'autunno è poco preso in considerazione dai turisti, ma capita che l'estate si prolunghi sino ad Ottobre! Non esistono periodi dell'anno privi di manifestazioni, da quelle religiose a quelle folkloristiche, musicali, teatrali, cinematografiche, sino alle sagre. Durane l'estate si concentrano tanti appuntamenti. Da non perdere è "La Notte della Taranta", se vi trovate in Salento nella seconda metà di agosto. D'inverno si segnala il Carnevale di Putignano, uno dei più lunghi d'Italia. La Pasqua in Puglia è molto sentita e vissuta. Spiccano le celebrazioni per la Settimana Santa di Taranto.

http://puglia.tiscali.it/luoghi-da-visitare/4161-la-puglia.html


Ultima modifica di marylin il 2011-12-02, 23:10 - modificato 1 volta.
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MessaggioTitolo: La Provincia di Bari   La Puglia,  luoghi-da-visitare Icon_minitime2011-11-30, 18:44

La Provincia di Bari


La Puglia,  luoghi-da-visitare 4165-la-provincia-di-bari2_thumbs

La Provincia di Bari si sviluppa su una superficie di 3.825 km2 e confina a nord con la nuova Provincia di Barletta – Andria – Trani (che, per comodità, chiameremo BAT), a est con il Mare Adriatico, a ovest con la Basilicata e a sud con la Provincia di Taranto e la Provincia di Brindisi. Costituita da un territorio collinare di natura carsica dedito alla pastorizia, le Murge (max 686 metri sul livello del mare), che digrada dolcemente fino a diventare una pianura e raggiungendo il mare, la Provincia barese ha da sempre basato la sua economia sullo sfruttamento della posizione geografica, sia instaurando relazioni commerciali marittime con il Mediterraneo Orientale, sia dedicandosi alla coltivazione e all'allevamento.

La Terra di Bari si può dividere in tre parti. Una è la costa a sud di Bari, bassa, rocciosa e frastagliata, con cittadine medievali che si affacciano sul mare e un entroterra caratterizzato da distese di uliveti e vigneti, centri urbani ricchi di testimonianze storiche e costruzioni tipiche, come le masserie e, soprattutto, i trulli, in Valle d'Itria (vasta area che abbraccia tre province: Bari, Taranto e Brindisi). La seconda è la costa a nord di Bari caratterizzata da popolosi centri urbani, densi di storia e di architetture importanti, specie luoghi di culto e castelli. Alle spalle il paesaggio agrario è dominato da grandi distese di uliveti. La terza è l'altopiano delle Murge, con il suo paesaggio rurale brullo, immutato dal Medioevo a oggi, caratterizzato da un susseguirsi di colline e muretti a secco, ovili e masserie, rocce affioranti, lame e gravine, segni evidenti di un territorio calcareo, e, ancora, pascoli, uliveti, vigneti e mandorleti. In assoluto, uno degli scenari più caratteristici della Puglia

Perché visitare la Provincia
La Provincia di Bari offre un mix perfetto di cultura, natura ed enogastronomia. Lasciatevi attrarre dal mare e dalle spiagge, dalle cattedrali romaniche e dai castelli federiciani, dalla natura incontaminata, dal gusto di piatti semplici realizzati con materie prime prelibate, da manifestazioni religiose, culturali, musicali. È un territorio che si presta ad essere fruito durante tutto l'anno, adatto a tutti. Tante le città d'arte, grandi e piccole, tra le quali spicca Bari, capoluogo di Provincia e di Regione. Sono numerosi i centri storici dove potrete ammirare, in particolare, splendide cattedrali in stile romanico pugliese, quali quelle di Altamura, Bari, Bitonto, Giovinazzo, Gravina in Puglia e Ruvo di Puglia, e castelli, in particolare svevi e normanno-svevi, come quello di Bari e di Sannicandro di Bari. La parte meridionale della Provincia, chiamata Valle d'Itria, al confine con quella di Taranto, richiama notevoli flussi di visitatori. È una delle zone più tipiche della Puglia, dominata da caratteristiche costruzioni a tetto conico, i trulli. Il Comune di Alberobello (55 km a sud di Bari), dichiarato Patrimonio Mondiale dell'Umanità dall'Unesco, ha un centro storico interamente fatto di trulli (vedi il "Da non perdere" della Provincia di Bari dedicato ad Alberobello).

Chi ama la natura, nel territorio della provincia di Bari può ammirare un'area naturalistica incontaminata, dominata dal fenomeno del carsismo, il Parco Nazionale dell'Alta Murgia (www.parcoaltamurgia.it), istituito nel 2004. Potete approfondire l'argomento leggendo il nostro "Da non perdere" della Provincia di Bari dedicato a questo suggestivo Parco. Il terreno carsico e la presenza di corsi d'acqua sotterranei (contro la scarsità di fiumi e laghi superficiali) hanno dato vita a numerose grotte, tra le quali celebri per la loro maestosità e bellezza sono quelle di Castellana Grotte (vedi il "Da non perdere" dedicato alle Grotte di Castellana in Castellana Grotte).

Non mancano le spiagge, da quelle di Giovinazzo a quelle di Monopoli, passando per la caratteristica Polignano a Mare. La costa della Provincia di Bari è per lo più sabbiosa a nord del capoluogo, con tratti di bassa scogliera e qualche torre di vedetta. A sud di Bari diventa più frastagliata, con tratti rocciosi che a Polignano diventano abbastanza alti (non a caso vi si svolgono le gare di tuffi), spiagge di varia estensione e torri costiere.

Uno dei motivi sempre validi per una vacanza in provincia di Bari è l'enogastronomia. La cucina, sia di mare che di terra, offre piacevolissime sorprese. Come resistere, ad esempio, alle mozzarelle, le burrate, le scamorze e gli altri formaggi prodotti nell'entroterra barese? E al pane e ai prodotti da forno? Celebri il pane di Altamura, le friselle, i taralli (dolci e salati), la focaccia barese a base di pomodorini interi, olive e origano. La pasta fatta in casa è una tipicità di tutta la puglia: assaggiate le famose orecchiette con le cime di rapa o con pomodoro e cacio ricotta, ma ci sono altre infinite varianti. Tra le tipicità a base di prodotti di mare, da provare, se vi trovate a Bari, la tiella a base di riso cozze e patate oppure la pepata di cozze. Il territorio offre, inoltre, ottimi ortaggi e frutti, vini e oli di qualità. Spiccano l'olio di Bitonto e di Corato, i vini di Gravina (la Verdeca), Locorotondo, Adelfia, Noicattaro e Rutigliano. Tra i dolci segnaliamo le cartellate, tipicamente natalizie, strisce di pasta arrotolate a forma di chiocciola, fritte o al forno e immerse nel vin cotto.

Dalle feste patronali e religiose, come la Festa di San Nicola a Bari, alle sagre e agli eventi culturali, il calendario di appuntamenti in Provincia di bari è davvero ricco (per info: www.infopointbari.com e www.viaggiarepuglia.it).



http://puglia.tiscali.it/luoghi-da-visitare/provincia-bari/4165-la-provincia-di-bari.html
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MessaggioTitolo: Castellana Grotte   La Puglia,  luoghi-da-visitare Icon_minitime2011-11-30, 18:48

Castellana Grotte


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Tradizionalmente a vocazione agricola e industriale, Castellana è diventata anche una meta privilegiata del turismo in Puglia grazie alle sue meravigliose grotte, un complesso speleologico di fama internazionale. È situata nell'area denominata bassa Murgia, al margine di una depressione carsica, la Valle di Genna, caratterizzata da doline, grotte, inghiottitoi, voragini e distese di ulivi. Confina con i Comuni di Alberobello, Conversano, Monopoli, Noci, Polignano a Mare, Putignano.

La cittadina fu fondata intorno al X secolo con il nome di Castellano, che cambiò in quello attuale nel 1310. Fino al Quattrocento Castellana rimase sotto la giurisdizione, sia civile che ecclesiastica, del monastero benedettino Conversano, al quale il casale fu donato dal conte normanno Goffredo. Passata nelle mani degli Orsini e dei conti Acquaviva, a partire dal XVI secolo ebbe un notevole sviluppo grazie ad un consistente flusso di immigrazione e, successivamente, grazie alla trasformazione agraria che portò lo sviluppo di coltivazioni, quali le vigne e gli ulivi. La storia recente, ha visto la famiglia De Bellis, proprietaria di un'industria tessile e una vinicola, svolgere un ruolo fondamentale nelle vicende economiche e culturali del paese. Nel 1938 il professore Franco Anelli, con la collaborazione di Vito Matarrese, scoprì le grotte e da qui cominciò la svolta turistica di Castellana. In omaggio a questa scoperta, nel 1950 il nome del Comune venne trasformato da Castellana a Castellana Grotte.




http://puglia.tiscali.it/luoghi-da-visitare/provincia-bari/castellana-grotte/4215-castellana-grotte.html
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MessaggioTitolo: Polignano a Mare   La Puglia,  luoghi-da-visitare Icon_minitime2011-11-30, 18:53

Polignano a Mare


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Polignano a Mare (circa 18.000 abitanti) si trova a circa 40 km da Bari e confina a nord con Mola di Bari, ad ovest con Conversano, a sud-ovest con Castellana Grotte e a sud-est con Monopoli. Sorge su un altopiano roccioso, solcato da una lama (profonda spaccatura del terreno), Lama Monachile, che raggiunge il mare dando vita ad una preziosa caletta, frequentata dai bagnanti, "Cala Porto". È ben visibile dal ponte che conduce verso il centro storico, da dove si ammira anche lo scorcio più suggestivo della cittadina. La morfologia della costa, molto interessata dai fenomeni carsici, è caratterizzata dalla presenza di numerose cavità, utilizzate sin dall'epoca preistorica. La cittadina è perfettamente conservata e si distingue per le sue case bianche, splendenti al sole, e le viuzze acciottolate. Fu costruita dai Greci, che la chiamarono Neapolis, e ancora oggi mostra le sembianze e l'atmosfera delle cittadine greche. Tra le curiosità, si può ricordare che ha dato i natali a illustri personaggi, tra cui spiccano Domenico Modugno e Pino Pascali.


http://puglia.tiscali.it/luoghi-da-visitare/provincia-bari/poligniano-a-mare/4198-polignano-a-mare.html
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MessaggioTitolo: bari   La Puglia,  luoghi-da-visitare Icon_minitime2011-11-30, 18:56

Bari


La Puglia,  luoghi-da-visitare 4185-bari1


Capoluogo di Provincia e di Regione, conta 320.677 abitanti che, sommati alla popolazione della vasta area metropolitana circostante, arrivano a 1 milione e mezzo di persone. Con un centro storico completamente rinnovato e ristrutturato, "Bari Vecchia", oggi Bari presenta un'atmosfera molto suggestiva e vivace, piena di ristoranti, caffè e negozi. Non è considerata una città turistica, nota in effetti più per l'importanza del suo porto, tra i più attivi dell'Adriatico, e per la sua Fiera del Levante (seconda solo a quella di Milano) che la rende il principale mercato del Meridione. Tuttavia, vale la pena dedicarle una visita di alcuni giorni per divertirsi come sanno fare i baresi, gustare i piatti tipici, girare per il centro e il lungo mare e ammirare alcuni monumenti di grande interesse.

Bari è una città dalle origini antiche. Nacque come insediamento illirico e presto instaurò scambi commerciali con i Greci. Prima di passare nelle mani degli Svevi di Federico II e assumere numerosi privilegi, fu governata dai Romani, dai Longobardi, dagli Arabi, dai Bizantini e dai Normanni.
Importante per il Medioevo di Bari fu l'arrivo delle reliquie di San Nicola di Mira e la costruzione della basilica a lui dedicata che la resero una meta di pellegrinaggio e punto di riferimento per la cristianità. La caduta degli Svevi segnò il declino di Bari. Si riprese per un breve periodo con Isabella d'Aragona nel XV secolo, ma sotto il Regno di Napoli ripiombò in un periodo negativo. Quando finalmente salirono al potere i Borboni, Bari poté respirare di nuovo. Gioacchino Murat (1813) inaugurò un nuovo quartiere, il "borgo murattiano", dalle strade ampie e ortogonali, fuori le mura di Bari Vecchia ormai sovraffollata, e Bari ritornò a essere il porto principale della Regione. Durante il fascismo la città si arricchì della Fiera e dell'Università.

Bari è molto estesa, ma facile da visitare. Tutto è abbastanza concentrato. Le zone di interesse turistico sono due: Bari Vecchia e il quartiere murattiano. La prima corrisponde al centro storico e si estende a nord, su una piccolissima penisola tra il Porto Vecchio e il Porto Grande. Il secondo si sviluppa a sud, con la sua caratteristica pianta a scacchiera, un bel lungomare ed eleganti strade commerciali, tra cui via Sparano (pedonale).

Bari vecchia, pur essendo di piccole dimensioni, è ricca di monumenti da vedere, basti pensare che sono racchiuse al suo interno ben 40 chiese. La caratteristica sono le viuzze strette e intricate che formano quasi un labirinto. È veramente piacevole vagare per questi vivaci vicoletti. Da evitare di notte! Merita di essere vista la grande Piazza del Ferrarese, elegante ingresso alla città vecchia, dove ha sede il vecchio mercato del pesce coperto e la Sala Murat, che ospita esposizioni d'arte. A nord della piazza, se ne trova un'altra, Piazza Mercantile, dove ammirerete vecchi importanti palazzi, come il Palazzo del Sedile (ex Consiglio dei Nobili di Bari durante il Medioevo), e la Colonna della Giustizia, dove venivano legati e frustati i debitori insolventi. Palazzo Simi (Centro Operativo per l'Archeologia di Bari) , in Strada Lamberti, ospita una mostra di archeologia permanente e varie esposizioni temporanee. A nord della strada Lamberti, in Largo San Sabino si trova il complesso formato dal Museo Diocesano e dalla Cattedrale di San Sabino. Quest'ultima, in stile romanico pugliese, seppur la sua costruzione cominciò in epoca bizantina (1034), è il principale edificio di culto della città. Al suo interno si trova il prezioso Exultet, una pergamena dell'XI secolo che riporta delle preghiere orientali. Imboccando la Strada del Carmine si arriva al monumento più celebre di Bari, la Basilica di San Nicola (vedi "Da non perdere" a Bari), prima chiesa normanna del Meridione, prototipo dello stile romanico pugliese. Oltre il perimetro occidentale di Bari Vecchia si erge il grande Castello Normanno Svevo che ospita la Gipsoteca (vedi "Da non perdere" a Bari). Il quartiere murattiano, fuori le mura, è tipicamente ottocentesco, con grandi viali, strade rettilinee, palazzi dai balconi lavorati e i decori in ferro battuto, caratteristici dell'Art Nouveau . Meritano di essere ammirati alcuniedifici neoclassici, come il Teatro Petruzzelli, recentemente riaperto dopo il clamoroso e devastante incendio del 1991, il Politeama Margherita, il Teatro Nicolò Piccinni e il Palazzo del Governo. Sul Lungomare Nazario Sauro si ammira un altro edificio neoclassico, il Palazzo della Provincia che ospita la Pinacoteca Provinciale. Prezioso anche il Palazzo Fizzarotti in Corso Vittorio Emanuele.

…e da fare
Bari è ideale per fare shopping. Via Sparano (pedonale) è ricca di prestigiosi negozi di marca, così come Via Argiro, mentre Corso Cavour è la via delle grandi catene a buon prezzo. Per divertirsi la notte, Bari è una città che offre tanto. Piazza Ferrarese e Piazza Mercantile sono il cuore della vita notturna. Le vie vicine sono piene di bar e ristoranti.

Mangiare
Bari, città di mare dalla lunga tradizione portuale, propone una cucina basata sui piatti a base di pesce, preparato al forno, fritto, bollito o crudo. Nelle ricette sono diffuse le seppie, le cozze, le vongole, le ostriche, i gamberi e le acciughe. Un piatto da non perdere è la tiella(teglia) riso, patate e cozze. Una tipicità sono le orecchiette, pasta fatta in casa a forma di piccola orecchia, condite con pomodoro e basilico o cime di rapa.

Feste ed eventi
La Festa di San Nicola, 27 aprile – 28 maggio, è la principale festa religiosa della città. Celebra l'arrivo delle reliquie del santo in città. Viene rievocato il momento della consegna delle ossa del santo ai frati domenicani. Viene fatta una processione in mare: il santo viene trasportato su delle barche lungo la costa. Non mancano i fuochi d'artificio.

La Fiera del Levante, una settimana a settembre, è la seconda fiera commerciale italiana.

Time zones, a novembre, è un festival di musica in occasione del quale artisti italiani e internazionali si esibiscono in vari luoghi cittadini (www.timezones.it).

Cinemadamare, a luglio, è un grande raduno di cineasti itinerante, che fa tappa anche a Bari sul Lungomare Imperatore Augusto.

Link utili
Per informazioni utili sul turismo a Bari potete consultare il sito del Comune di Bari, www.comune.bari.it, e quello dell'ente regionale per il turismo, www.viaggiareinpuglia.it.

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MessaggioTitolo: La Provincia di Taranto   La Puglia,  luoghi-da-visitare Icon_minitime2011-12-02, 21:55

La Provincia di Taranto



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La Provincia, divenuta autonoma nel 1923, occupa la zona che un tempo è stata abitata da importanti civiltà, quella rupestre e quella greca, che ne hanno determinato la ricca storia. Il suo terriorio si affaccia a sud sul Mar Ionio e confina ad ovest con la Basilicata (Provincia di Matera), a nord con la Provincia di Bari, a est con la Provincia di Brindisi e a sud – est con la Provincia di Lecce. Fa parte del territorio provinciale anche il Mar Piccolo, un grosso bacino a cui si affaccia la città di Taranto. La provincia è attraversata dalla via Appia (che collega Roma- Brindisi) e dall'autostrada 14. Le attività tipiche della provincia sono legate all'agricoltura fondata principalmente su viticoltura, ulivicultura e agrumeti, alla pesca e all'industria nei settori siderurgico, chimico, del vetro e della ceramica, tessile e alimentare.

Perchè visitare la Provincia
Importantissima nella provincia è stata indubbiamente la presenza di Taranto, che con la sua posizione strategica ha permesso importanti traffici commerciali con tutto il Mediterraneo, a partire dai greci. Il territorio della Provincia è caratterizzato dai solchi delle gravine, le profonde incisioni scavate dalle roccie murgiane di antichi fiumi, da numerose grotte ed insenature che hanno permesso lo sviluppo di civiltà rupestri. Gli scenari che presenta la Provincia ionica mostrano una mistione tra natura e storia, un gran numero di chiese ecripte immersi nel verde. Il litorale è caratterizzato da spiagge sabbiose, lungo il versante occidentale mentre è più tormentato nel lato orientale, con acque pescose affiancati da pinete che fanno da sfondo a villaggi residenziali e campeggi. Nella provincia sono inoltre presenti numerose torri Costiere e masserie.
Da visitare per chi ama l'arte si consigliano Taranto (vedi approfondimento), Manduria e le sue importanti mura messapiche, Torricella importante per il suo castello in tufo, Massafraper i suoi numerosi insediamenti rupestri, Martina Franca famosa per i trulli,gli uliveti e ilFestival Valle dell'Itria, Grottaglie per le sue meravigliose ceramiche. Per chi invece vuole fare una vacanza all'insegna del relax, si segnalano città come Castellaneta Marina (frazione di Castellaneta) posizionata a ridosso di una costa di sabbia fine, dune ed un mare cristallino che attira tanti turisti, Maruggio e Pulsano dove vi sono ugualmente spiagge di sabbie fine e mare limido.


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MessaggioTitolo: Taranto   La Puglia,  luoghi-da-visitare Icon_minitime2011-12-02, 22:00

Taranto





La Puglia,  luoghi-da-visitare 4231-taranto1_thumbs

La città di Taranto, si affaccia su un Golfo che prende il suo nome, viene anche chiamata "città dei due mari" perchè bagnata dal Mar Grande e da il Mar Piccolo, che costituisce un bacino piccolo. La città vecchia è ubicata in un'isola, collegata mediante un istmo, alla terraferma. Verso sud, l'isola è collegata con la città nuova tramite il canale Navigabile che unisce anche il Mar Grande al Mar Piccolo (largo 73 metri) su cui venne poi costruito il Ponte Girevole (costruito nel 1887). Verso nord, il ponte di Porta Napoli conduce alla zona industriale. Il comune di Taranto conta 195.130 abitanti ed è capoluogo della Provincia omonima. È la seconda città più grande della Puglia. È sede di un grande porto commerciale e di numerosi stabilimenti siderurgici, petrochilmici e di cantieristica navale. Le origini della città risalgono al 706 a.C.da parte di coloni Spartani. In breve tempo divenne una fiorente e progredita città-stato greca. Il primo cambiamento nella città avvenne tra il III e il I secolo a.C. con l'arrivo dei romani a cui segui un periodo di tranquillità che ebbe termine con le terribili invasioni dei Goti, dei Longobardi e dei Saraceni, che rasero al suolo l'intera città nel 927 a.C., ricostruita nel 967 per volontà dell'imperatore bizantino Niceforo II Foca. Nel periodo angioino e aragonese, la città venne fortificata a causa del pericolo incombente dell'Impero Ottomano. La città rimase sotto il dominio francese fino all'Unità d'Italia che segnò la rinascita di Taranto, grazie alla rinnovata importanza della base navale e l'apertura dell'Arsenale Marittimo Militare.


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MessaggioTitolo: La Cattedrale di San Cataldo   La Puglia,  luoghi-da-visitare Icon_minitime2011-12-02, 22:08

Storia


La Puglia,  luoghi-da-visitare Basilica_Antica

La Cattedrale di Taranto è la più antica Cattedrale di Puglia.

I tarentini dell’XI secolo la costruirono nel cuore dell’isola conquistata dai normanni.

Questa Cattedrale, dedicata all’Assunta fin dai tempi più antichi, come annotano le più remote Visite Pastorali degli Arcivescovi tarentini, è ancora un libro tutto da leggere.
Gli storici e gli studiosi dell’arte non hanno ancora detto l’ultima parola su questo monumento sacro della città bimare, l’antica capitale della Magna Grecia.

In questo tempio si riassume quanto Taranto ha rappresentato nei secoli nel mondo dello spirito.
Le origini del Cristianesimo a Taranto sono antichissime ed ancora oggi avvolte nel mistero; di esse ci sono scarsissime tracce. Certamente era presente in Taranto un insediamento Paleocristiano, probabilmente rinvenuto proprio al di sotto della attuale Cattedrale nei recenti scavi. Nel 495 Papa Gelasio I, in una lettera inviata al vescovo di Taranto, impartiva disposizioni circa il fonte battesimale. Nel secolo V nella Cattedrale dedicata a Santa Maria esisteva il Battistero. All’inizio del secolo VII il Battistero fu ricostruito. Nel febbraio del 603 il Papa Gregorio Magno scrive una lettera al Vescovo Onorio felicitandosi per l’opera e consentendo l’uso del rinnovato fonte battesimale.
Più avanti nella storia un Vescovo tarentino, Aufredo, è al Concilio Romano del 743.
Significativa è però la data del 978: compare per la prima volta il titolo del «venerabile arcivescovo tarentino», in capo a Giovanni II. Il titolo è stato conferito dal Patriarca di Costantinopoli. Nel secolo X infatti i bizantini operarono in Taranto consistenti tentativi di attirare nella loro orbita anche la vita religiosa della città: costruirono chiese e monasteri greci. Ma la Cattedrale del Vescovo di Taranto rimane sempre fedele alla Chiesa di Roma. Tuttavia un residuo dell’influenza bizantina rimane nella liturgia della Chiesa tarentina: il canto delle letture bibliche in latino e in greco nelle Messe Pontificali delle solennità maggiori.
Intorno al 1050 giunge a Taranto come Arcivescovo il normanno Drogone, inviato dai conquistatori che hanno sostituito i bizantini. Al suo episcopato è comunemente legata l’edificazione della nuova Cattedrale di Taranto.
Il 10 ottobre del 1071 Drogone è a Montecassino per la consacrazione della basilica di San Benedetto compiuta dal Papa Alessandro II.
Negli ultimi decenni dell’Xl secolo la Sede tarentina viene elevata a Metropolitana. In quel periodo si pone mano ad una Chiesa più grande per una comunità guidata dall’Arcivescovo Metropolita. Berlingerio Tarentino, attribuisce a Drogone il rinvenimento del sepolcro di San Cataldo, un Vescovo irlandese morto a Taranto nel VI-VII secolo, il corpo di colui che i tarentini hanno da sempre considerato il loro più grande Vescovo, il loro Patrono, San Cataldo da Rachau, come si legge nella crocetta d’oro epistolografa rinvenuta nel sarcofago del Santo e conservata nel «Tesoro» della Cattedrale, era interrato nella zona dell’attuale battistero, probabilmente dove sorgeva l’antica cappella di San Giovanni in Galilea. La scoperta di queste reliquie, secondo la più antica tradizione tarentina, sarebbe avvenuta in occasione dei lavori di radicale restauro dell’antica Cattedrale.

Alessandro Cacace




Stile architettonico




LA FACCIATA

Nel cuore del centro storico di Taranto, nel quartiere denominato Borgo Antico e comunemente
La Puglia,  luoghi-da-visitare Chiesa-Frontale

noto come Città Vecchia, si erge, in tutta la sua monumentale antichità e bellezza, la Cattedrale di San Cataldo. L’attuale sua configurazione è il risultato di vicende costruttive corrispondenti a momenti artistici di epoche diverse. Del vecchio edificio medievale, che doveva corrispondere all’antichissima cattedrale di Santa Maria, certamente esistente nel VII secolo, e abbattuta dall’Arcivescovo Drogone intorno al 1070, non restano che poche tracce, visibili principalmente nella cripta. I lavori di restauro compiuti negli anni ’50 hanno messo in evidenza gli elementi romanici del duomo, visibili nelle navate dell’interno. La facciata e le cappelle sono, invece, di epoca barocca. Siamo, quindi, di fronte a una commistione di stili diversi, che contribuiscono ad accrescere il fascino e il valore artistico di quest’opera.



L’ESTERNO

Il primo impatto del visitatore che si appresta alla Cattedrale sita in via Duomo è con la facciata. Essa è opera dell’architetto Mauro Manieri e risale al 1713. Lo stile rientra nel classicismo barocco. Si distinguono due ordini simmetricamente sovrapposti. L’ordine inferiore è diviso da quattro lesene ed è sormontato da un fregio dorico e da una cornice aggettante. L’ordine superiore, invece, presenta un finestrone centrale, incorniciato da due angeli che poggiano su un timpano spezzato, e sormontato dalla statua di San Cataldo. Ai lati, tra lesene a capitello ionico, vi sono due nicchie con le statue di Sant’Irene, a destra, e San Rocco, a sinistra.

La Puglia,  luoghi-da-visitare Esterno_arc


Le murature esterne della chiesa, corrispondenti alle navate laterali, appartengono, invece, all’epoca romanica. Esse presentano una serie di arcate cieche, ovvero obliterate dalla muratura, di diversa altezza, decorate all’interno con pietre chiare e scure alternate tra loro.
Il tiburio, che racchiude al suo interno la cupola, è costituito da arcatelle cieche che poggiano su semicolonnine con capitelli decorati con motivi vegetali. Esso, assieme alla cupola, appartiene all’epoca altomedievale della chiesa. L’esile campanile, visibile all’esterno, è una ricostruzione moderna dell’originale torre campanaria, probabilmente della fine XII- inizio XIII secolo, demolita nel 1953 perché pericolante.
La facciata del braccio nord del transetto riporta, nella parte alta, un timpano fiancheggiato in basso da due protomi leonine e al centro un finestrone, con ai lati due rilievi che raffigurano l’uno una figura mutilata, l’altro un personaggio in trono di fronte al quale si inginocchia un’altra figura maschile. Sulla fiancata sud, che si rivolge verso piazza Arcivescovado, sono visibili antiche cappelle (quella di San Giuliano, l’attuale Battistero e la cappella cinquecentesca di San Giacomo), addossate al vestibolo. Quest’ultimo costituisce l’avancorpo della chiesa, ovvero uno spazio quadrangolare che sporge in avanti rispetto alla linea principale, aggiunto quasi certamente per allargare la chiesa e inglobare una zona sacra adiacente, destinata ad ospitare le tombe dei più illustri cittadini, collocate al di sotto del pavimento a formare otto file. Tale spazio fu probabilmente eretto nel XIV secolo e ristrutturato nel XV secolo, per sostituire una struttura analoga, forse del XIII secolo, costituita da un portico e da alcune cappelle erette per ricordare il rinvenimento, in quel luogo, del corpo di San Cataldo.

L’INTERNO

Varcata la soglia d’ingresso del duomo, si entra nel VESTIBOLO, che precede le navate romaniche. Sulle pareti laterali si osservano due grandi dipinti: a sinistra è raffigurato San Cataldo che resuscita un morto, dipinto da Michele Lenti da Gallipoli nel 1773; a destra dell’entrata troviamo, invece, Ingresso di San Cataldo a Taranto, eseguita dai pittori martinesi

Giovanni La Puglia,  luoghi-da-visitare Quadro_int1e Cesare Caramia nel 1675. Nelle nicchie agli angoli dell’avancorpo sono presenti, inoltre, due affreschi raffiguranti i primi evangelizzatori di Taranto, San Pietro e San Marco, opera di Domenico Torti. Verso l’ingresso è visibile anche l’organo a canne, fatto costruire nel 1844 dall’arcivescovo Blundo. Sulla parete sinistra si rinvengono tracce della cappella di San Giuliano, ovvero la sagoma di un portale archiacuto ed una finestrella monofora, forse risalenti al presunto edificio di culto del XIII secolo, dove furono rinvenute le reliquie di San Cataldo.

In questo luogo fu eretto, secondo la tradizione, il BATTISTERO.

La Puglia,  luoghi-da-visitare Battistero_arcst

Esso è costituito da un vano di forma quadrata, coperto da una volta a crociera con nervature gotiche. Al centro del vano si trova il fonte battesimale, un unico blocco di marmo rotondo e concavo, che risale probabilmente al X secolo, ma presenta, nella parte anteriore, inserzioni policrome di stile barocco. Al di sopra del fonte, si colloca il ciborio, una struttura architettonica probabilmente destinata in origine a sormontare l’altare maggiore, poi fu trasferita nel Battistero dall’arcivescovo Caracciolo nel 1652. Tale struttura presenta quattro travi decorate con motivi vegetali ad intreccio, presumibilmente di epoca medievale, che sostengono un cupolino, raffigurante lo stemma del Principato di Taranto, uno scorpione sormontato dalla corona e in alto la statua del Redentore.

Superato l’avancorpo della chiesa, si giunge nelle navate di epoca normanno-romanica. Secondo la fonte di Berlinghiero, esse furono fatte costruire dall’arcivescovo Drogone, all’incirca nel 1070, quando furono rinvenute le reliquie

La Puglia,  luoghi-da-visitare Navate_arcst1

del Santo. Secondo questa fonte, esse furono impostate su una preesistente costruzione bizantina a croce greca, in una chiesa di pianta longitudinale. Recenti studi hanno evidenziato, infatti, come nella cattedrale siano presenti materiali di reimpiego di epoca romana, tardoantica, bizantina e altomedievale. Le navate presentano nove colonne per parte, diverse tra loro per altezza, motivi e forme. I capitelli sono di due tipi: nella navata destra appartengono all’ordine corinzio, con svariati motivi decorativi come pigne, piccoli vasi, foglie di edera.Quelli della navata sinistra si possono definire romanici (fine XI secolo), in cui sono armoniosamente fusi motivi figurativi bizantini (pavoni, teste di ariete, croci e aquile), arabeggianti (teste di leone), occidentali (mascheroni) e classici (putti danzanti con ghirlande e corone).

Il pavimento presenta un grande mosaico con un motivo simile a quello della Cattedrale di Otranto:

La Puglia,  luoghi-da-visitare Particolare_mosaico_cattedrale_di_Taranto

Alessandro Magno portato in cielo da due grifoni. La raffigurazione simboleggia la superbia dell’imperatore che vuole raggiungere il cielo e allude, quindi, alla superiorità della chiesa latina su quella greca-bizantina. Il soffitto è, nelle navate laterali, a capriate, costituito cioè da una struttura triangolare su cui si impostano un insieme di travi piane poste in verticale. La navata centrale presenta, invece, un impianto a cassettoni di noce, intagliato e dorato, in cui si trovano le statue lignee di San Cataldo e dell’Immacolata.

Dalla navata centrale, salendo la scalinata presente a destra e a sinistra della cripta, si arriva al presbiterio, la parte della chiesa che circonda l’altare

maggiore. L’altare, La Puglia,  luoghi-da-visitare Presbiterio01commissionato da mons. Capecelatro nel 1784, è sormontato da un ciborio con colonne di porfido, che sostituì la struttura precedentemente qui collocata e spostata poi nel Battistero. Quello attuale presenta un tetto di forma piramidale, sostenuto da quattro colonne monolitiche di porfido, un tipo di pietra spesso usata nei rivestimenti esterni, con capitelli di vario tipo e basi attiche in marmo bianco. Ai lati degli archi sono collocate quattro statue in marmo bianco raffiguranti gli evangelisti. La piccola cupola emisferica che sovrasta l’altare è di epoca bizantina e contiene le figure dei quattro evangelisti dipinti da Domenico Torti.

Dietro l’altare, si colloca il coro ligneo, fatto costruire dall’arcivescovo Stella. Nel transetto si collocano il Cappellone di San Cataldo, a destra del presbiterio, e la Cappella del Sacramento, a sinistra dell’altare maggiore. Entrambe le cappelle sono di epoca barocca.

Il CAPPELLONE, voluto dall’arcivescovo napoletano Tommaso Caracciolo, giunto a Taranto nel 1637 per rinnovare e abbellire la cattedrale, si configura come un vano ellittico, preceduto da un vestibolo di forma quadrangolare. Sul pavimento davanti al portale della cappella, si nota la lapide del sepolcro dell’arcivescovo Mastrilli, grazie al quale poterono essere eseguiti diversi lavori della cattedrale come il vestibolo stesso. Quest’ultimo è rivestito di marmi gialli e verdi e grandi volute bianche ad intarsio. Nel vestibolo troviamo due sculture di grande valore artistico, San Giuseppe e San Giovanni Gualberto, opera del napoletano Giuseppe Sammartino.

La Puglia,  luoghi-da-visitare Cappellone

Per passare dal vestibolo al cappellone vero e proprio, bisogna superare un arco, opera di Andrea Ghetti. Il lato inferiore dell’arco e le paraste, ovvero le colonne che sporgono lievemente dalla parete, sono decorati con vasi pieni di fiori con due mezze cornucopie piene di frutti e alla base piccoli uccelli. Superato l’arco, si giunge nel cappellone vero e proprio, di forma ellittica. Esso appartiene allo stile barocco e si configura come un vero e proprio unicum nell’Italia meridionale, soprattutto per la ricchezza e varietà dei marmi policromi intarsiati, presenti soprattutto sulle pareti, dei quali prevale il motivo a conchiglia. Sulle pareti vi sono delle nicchie predisposte per contenere diverse statue: ai lati dell’ingresso le sculture di San Sebastiano, a sinistra, e di San Marco, a destra, opera di Giuseppe Pagano e risalenti al 1804; ai lati dell’altare, invece, troviamo le statue di San Pietro, a destra, e di San Giovanni Battista, a sinistra; al centro delle pareti, infine, sono disposte sei statue dello scultore Giuseppe Sammartino, realizzate tra il 1754 e il 1759.
Al fondo del cappellone è posizionato, infine, l’altare maggiore, opera raffinatissima del Lombardelli, al cui interno sono conservate le reliquie di San Cataldo, visibili da una piccola finestra laterale. Sul paliotto, ovvero il lato anteriore della mensa dell’altare, vi sono tre grandi cerchi bianchi, riempiti rispettivamente da due vasi di fiori ai lati e da una stella gemmata al centro. Ai lati del paliotto troviamo gli stemmi del capitolo e della città di Taranto. Sovrastano i lati dell’altare, invece, due putti alati, aggiunti all’epoca del vescovado del Pignatelli probabilmente da Antonio Raguzzino. Al di sopra dell’altare è collocata la nicchia contenente la statua del Santo Patrono. Ai lati della nicchia vi sono due lesene che terminano con due mezzi timpani aventi al centro la colomba dello Spirito Santo. All’esterno la nicchia è contornata da due colonne di marmo verde su cui si impostano due timpani spezzati recanti al centro la conchiglia. In corrispondenza dell’altare, alla base della cupola, si può ammirare lo stemma dell’arcivescovo Giovan Battista Stella, che commissionò all’artista Paolo De Matteis la Gloria di San Cataldo, affrescata nella volta, e le sette storie del Santo, dipinte sul tamburo del cappellone. Di particolare bellezza e dinamismo è la Gloria del Santo: al centro la Vergine Maria accoglie in gloria San Cataldo; sopra di loro, degli angeli volteggiano attorno a Cristo e a Dio; più in basso, su nuvole disposte su piani diversi, si trovano diversi santi in adorazione, tra cui San Giuseppe, Santa Caterina d’Alessandria, San Marco, San Paolo, San Francesco di Paola, Santa Teresa D’Avila, San Nicola di Bari.

La CAPPELLA DEL SS.SACRAMENTO, nella veste barocca che vediamo oggi, è un rifacimento del XVIII secolo, voluto da mons. Caracciolo. Questa cappella era, infatti, inizialmente dedicata a
Sant’Agnese.

La Puglia,  luoghi-da-visitare Sssacramento08

Una cancellata precede l’entrata: in alto si trovano le iniziali M.P. del Monte di Pietà e l’ostensorio, simbolo della confraternita del Sacramento. In questa cappella, infatti, operavano, prima fuse insieme, poi distinte in diversi compiti, due confraternite, quella del SS. Sacramento, che si occupava della preparazione del culto, e quella del Monte di Pietà, a cui spettavano le opere assistenziali, dall’elemosina all’assistenza a neonati esposti e donne povere senza marito. L’altare, impreziosito da elementi scultorei come i due putti nei capialtare, fu fatto realizzare nel 1775 dall’arcivescovo Mastrilli.
Meritano attenzione i dipinti collocati sulle pareti della cappella che l’arcivescovo Caracciolo commissionò al pittore Giovanni Molinari: l’Ultima cena, visibile alla sinistra dell’ingresso della cappella, la Caduta della Manna, sulla parete destra, raffigurante Mosè al centro e un gruppo di figure posizionate in vario modo per raccogliere la manna, e la Moltiplicazione dei pani e dei pesci, dipinta sulla parete sinistra.

Il duomo di San Cataldo, al pari di altre grandi chiese romaniche pugliesi come San Nicola a Bari o le cattedrali di Otranto e Trani, è dotato di una CRIPTA. Questa si configura come un ambiente sotterraneo a forma di croce, al quale si accede attraverso una scalinata, dalla navata centrale della Cattedrale. Diversi elementi, come, ad esempio, le volte a crociera, ci permettono di datare la cripta all’epoca bizantina.

La Puglia,  luoghi-da-visitare Cripta_arcst

Alcune finestrelle, oggi obliterate dalle costruzioni esterne, risultano tagliate obliquamente nel muro per catturare meglio la luce, facendo pensare che si doveva trattare fin dall’inizio di un ambiente sotterraneo. Non sono stati trovati, inoltre, resti di epoca paleocristiana. La pianta della cripta corrisponde all’incirca al capocroce, cioè alla parte finale della chiesa, posta oltre l’altare. Quasi tutti gli studiosi, infatti, concordano nel ritenere che il succorpo, nella forma attuale, sia contemporaneo al capocroce della chiesa. L’attuale scalinata dà accesso, dopo la prima rampa, alla cappella di Santa Maria del Popolo, che presenta, sull’altare, un bassorilievo in stucco, risalente alla scuola fiorentina della seconda metà del ‘400, raffigurante la Madonna in trono con il bambino sulle ginocchia. Due accessi laterali conducono alla cripta vera e propria. Essa è divisa in due navate da basse colonne di reimpiego, con lastre al posto dei capitelli, sormontate da volte a crociera a sesto rialzato, di epoca più tarda. Numerosi gli affreschi della cripta, risalenti al XIII e XIV secolo. Essi possono essere ascritti ad un sistema figurativo “iconico”, che si imposta, cioè, su un modello bizantino duecentesco ma tende a un linguaggio più moderno e occidentale.

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In particolare, è da segnalare l’affresco della zona absidale raffigurante San Cataldo, come si può desumere dal nome Cataldus scritto in alto a destra, al di sotto del quale si evidenzia un’immagine più antica, contenente un trittico con Maria Maddalena che regge l’ampolla degli unguenti da portare al sepolcro di Cristo, e Santa Maria Egiziaca, che riceve la comunione dall’eremita Zosimo.



Claudia Spaziani





Festeggiamenti S. Cataldo




Ogni anno dall’8 al 10 maggio, Taranto celebra il suo santo patrono San Cataldo: un monaco irlandese del V secolo, eletto durante un viaggio in Terrasanta come vescovo della città.

La Puglia,  luoghi-da-visitare SANCATALDO

La tradizione vuole che la sera dell’8 maggio la statua argentea del santo esce in processione dal Duomo in città vecchia per prendere il largo su di una grande nave messa a disposizione della Marina Militare. Nello specchio del Mar Grande tante imbarcazioni, piccole e grandi, sono raccolte ad attendere ed a fare da scorta alla statua del santo. I fuochi d’artificio e le sirene delle barche salutano l’effige del santo al suo passagio in Mare: Dal mare Grande, attraverso il canale navigabile, per poi giungere nel Mar Piccolo, si rinnova simbolicamente la benedizione alla città, per fare infine rientro in città vecchia dove una nuova processione accompagnerà la statua sino al Duomo.

Il 9 maggio, nelle otto postazioni distribuite nella Città Vecchia fra la Cattedrale, piazzale De Tullio, piazza Monteoliveto, largo Innocentini, piazza Castello, il salone dell’Arcivescovado, palazzo Galeota e il Chiostro di Santa Chiara, avranno luogo spettacoli folkloristici e canori, postazioni gastronomiche, rassegne ludiche e artistiche.
La sera del 10 maggio conclude i festeggiamenti la processione della statua del santo che attraverserà i vicoli della città vecchia e del borgo su di un grande carro addobbato di fiori.

Ai momenti di devozione si alternano quelli più ludici come il palio di Taranto, competizione di imbarcazioni a remi in rappresentanza dei rioni cittadini.



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MessaggioTitolo: Castello Aragonese (Taranto)   La Puglia,  luoghi-da-visitare Icon_minitime2011-12-07, 16:34

Castello Aragonese (Taranto)



Il Castello Aragonese di Taranto (o Castel Sant'Angelo), occupa con la sua pianta quadrangolare e il vasto cortile centrale, l'estremo angolo dell'isola su cui sorge il Borgo Antico della città.

Il primo nucleo del castello risale al 916, quando i Bizantini avviarono la costruzione della "Rocca" a protezione dagli attacchi dei Saraceni e della Repubblica di Venezia. Questa prima fortificazione era costituita da torri alte e strette, dalle quali si combatteva con lance, frecce, pietre, ed olio bollente. Nel 1481 fu realizzato un primo canale navigabile, più stretto dell'attuale e con sponde irregolari, per consentire il passaggio di piccole imbarcazioni e migliorare la difendibilità del castello. Nel 1486, Ferdinando II d'Aragona incaricò l'architetto e ingegnere militare Francesco di Giorgio Martini di ampliare il castello e di conferirgli l'attuale struttura, onde rimpiazzare la tipologia medievale delle torri concepita per la difesa piombante. L'utilizzo infatti dei cannoni in seguito alla scoperta della polvere da sparo, necessitava di torri larghe e basse, di forma circolare per attutire l'urto delle palle di cannone, fornite di rampe o scivoli che permettessero lo spostamento dei pezzi da una torre all'altra, nonché dotate di un ampio e robusto parapetto con specifiche aperture per le bocche da fuoco[1]. La nuova fortificazione doveva comprendere sette torri, di cui quattro unite tra loro a formare un quadrilatero, e le rimanenti tre allineate lungo il fossato fino al Mar Piccolo. Le quattro torri furono intitolate rispettivamente a San Cristofalo, a San Lorenzo, alla Bandiera ed alla Vergine Annunziata.

Il primo castellano, poiché i fondi per ultimare la parte aragonese del castello (il quadrilatero) non erano sufficienti, impose in un primo momento il dazio sulla pesca, successivamente ingrandì il castello unendolo alla "Torre Sant'Angelo" che fu costruita a spese del Comune. Le torri tonde e massicce del castello risultarono alla fine alte e larghe 20 metri, unite tra loro da cortine lunghe 40 metri e con 4 ordini di fuoco. Il castello era dotato di due uscite corrispondenti a due ponti levatoi. Sul fossato passava il "Ponte del Soccorso", che univa il castello alla zona che allora era campagna e che oggi viene denominata Borgo. Sul lato opposto invece, il "Ponte dell'Avanzata" univa il castello con il Borgo Antico, sorpassando il fossato scavato per isolare la struttura dalla città.

Nel 1491 fu aggiunto sul lato rivolto al Mar Grande il rivellino di forma triangolare tra la "Torre della Bandiera" e la "Torre San Cristofalo". Il castello fu ultimato nel 1492, come risulta dall'incisione di una lapide murata sulla "Porta Paterna" insieme allo stemma degli Aragonesi inquartato con l'arma dei d'Angiò tripartita:

"Ferdinandus Rex Divi Alfonsi Filius Divi Ferdinandi Nepos Aragonius Arcem Ha(n)c Vetustate Collabente(m) Ad Im(pe)tus Tormentorum Substinene(n)dos Quae (Ni)mio Ferutur Spiritu In Ampliorem Firmioremq(ue) Formam Restituit Millesimo CCCCLXXXXII".

"Re Ferdinando aragonese, figlio del divino Alfonso e nipote del divino Ferdinando, rifece in forma più ampia e più solida questo castello cadente per vecchiaia, perché potesse sostenere l'impeto dei proiettili che è sopportato col massimo vigore - 1492.".

Con gli Spagnoli, le difese furono rafforzate allargando il fossato e costruendo una nuova fortificazione con tre torri.
La Puglia,  luoghi-da-visitare 225px-Fossato_Castello_Aragonese_1880La Puglia,  luoghi-da-visitare Magnify-clip
Il fossato del Castello Aragonese
(1880)



Con l'arrivo degli Asburgo nel 1707, il castello perse la sua importanza come opera militare divenendo una dura prigione, ma con Napoleone Bonaparte ritornò alla sua funzione originaria. Nel 1883, una delle cinque torri che univano la cortina muraria, quella dedicata a Sant'Angelo, insieme alle torri Mater Dei, Monacella e Vasto del muro civico, furono demolite per fare posto all'attuale canale navigabile e al Ponte Girevole. I lavori furono ultimati nel 1887, anno in cui il castello diventa una sede della Marina Militare Italiana.

All'interno del castello, si può ammirare la Cappella di San Leonardo, riconsacrata nel 1933 dopo essere stata adibita nel corso degli anni a corpo di guardia e stalla. Al suo interno si trovano due lastre in carparo addossate alle pareti, che rappresentano rispettivamente un santo vescovo ed un guerriero medievale armato. Si può notare inoltre lo stemma di Filippo II di Spagna. Particolare è anche quella che fungeva da sala delle torture, la cui volta presenta un foro centrale attraverso il quale venivano amplificate e propagate le urla dei malcapitati, intimorendo psicologicamente gli altri prigionieri.



http://it.wikipedia.org/wiki/Castello_Aragonese_(Taranto)
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