Val di Fiemme: uno sguardo dalla vettaDall'osservatorio di Lagorai a Palon del Cermis per godersi la vista di 11 gruppi dolomitici. E poi la modaiola baita Gardoné, dove godersi in terrazza un cocktail ricercato
La terrazza del rifugio Lagazuoi, a 2750 metri d'altezza
Un vero spettacolo della natura, uno sguardo sulle meraviglie delle vette trentine. Dall’osservatorio
Lagorai 360°ai 2250 metri di quota del
Palon del Cermis la vista spazia su 11 gruppi dolomitici (Brenta, Latemar, Antermoia, Sassolungo, Sella, Marmolada, Cristallo, Antelao, Pelmo, Civetta e Pale di San Martino). È questo il miglior punto di partenza per un tour tra tutti i comprensori che si affacciano sulla
Val di Fiemme, in Trentino, realtà sciistica che vanta
65 impianti per oltre 150 chilometri di piste.
Il comprensorio del
Cermis è il primo che si incontra arrivando dall’Autostrada del Brennero. Le sue piste si tuffano su
Cavalese, il centro più grande della valle, ben noto anche ai gourmet. Che si dividono tra due locali: il
Ristorante El Molin (piazza Cesare Battisti, tel. 0462.340074), dove lo chef Alessandro Gilmozzi propone tra l’altro squisiti tagliolini al fumo di ginepro e tartufo dei Lessini e un’originale tartare di filetto di cervo con polpa di riccio; e
Tito-il Maso dello Speck (loc. Ganzaie, Daiano, tel. 0462.342244), che propone eccellenti insaccati a chilometro zero accompagnati da
Birra di Fiemme, prodotta artigianalmente nello stesso comune (tel. 0462.479147).
A
Pampeago, invece, ci si immette nel carosello dello
Ski Center Latemar. Le pareti dolomitiche sembrano vicinissime. Bisogna solo scegliere se ammirarle dalla terrazza naturale della
Pala di Santa o da quella artificiale della
Baita Rifugio Passo Feudo (2200 m), punto più alto del comprensorio. All’estremità orientale della skiarea si trova la
Baita Gardoné (1680 m), modaiola e di tendenza, con tanto di palme e chaise-longue in terrazza, cocktail ricercati e un ricco programma di eventi. Dal Gardoné si scende in cabinovia fino a
Predazzoper una sosta al
Caseificio Sociale Predazzo e
Moena, culla del rinomato Puzzone di Moena e di altri formaggi di malga, prodotti rigorosamente con il latte delle mucche fiemmesi (tel. 0462.501287).
Ora, ci si può dirigere verso
Bellamonte, con lo sguardo fisso verso le
Pale di San Martino, che svettano proprio di fronte. Superato il paese, si entra nel
Parco Naturale Paneveggio – Pale di San Martino, noto anche per gli abeti di risonanza prediletti già da Stradivari per la costruzione dei violini. Sulla destra orografica della valle si distendono le piste della
skiarea Bellamonte-Alpe Lusia, lunghe, ma non troppo impegnative e sempre accarezzate dal sole, perfette dunque nei mesi più rigidi dell’inverno. Quando invece la temperatura aumenta, si passa sulle piste esposte a nord, e con neve meno trasformata, che dall’Alpe Lusia scendono a Moena. Non fa preferenze di stagione, invece, la
Baita Ciamp de le Strie (2010 m, cell. 348.5733563), con la sala ristorante coperta da affreschi, che narrano storie di streghe ed elfi. In menu il meglio della cucina tradizionale ladina e tre volte alla settimana (giovedì, venerdì e sabato) si raggiunge in motoslitta anche di sera.
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