Uscirà il due maggio "Little Broken Hearts", il nuovo album di studio di Norah Jones

Uscirà il due maggio "Little Broken Hearts", il nuovo album di studio di Norah Jones, a 10 anni da "Come Away With Me" che diede improvvisa fama planetaria alla figlia di Ravi Shankar. 39 milioni di dischi venduti, la piccola star non ha ripetuto quel successo, ma resta assai amata nella musica popolare, se ne apprezza la voglia di rimettersi ogni volta in gioco, come ha capito chi l'ha vista ieri sera da Fazio. Il 14 marzo sarà in concerto a Lucca, unica data italiana, per il Summer Festival.

Ognuno troverà la nenia preferita nella quale cullarsi, fra i dodici pezzi di «Little Broken Hearts». Sono nenie speciali, d’autore, nate da una collaborazione che già aveva dato i primi frutti saporiti con il progetto «Rome», fra Norah Jones e Danger Mouse: una specie di yin-yang che ha trovato una morbida, delicata sintesi, essendo ciascuno dei due ben riconoscibile nella propria identità artistica. Lei, con quella voce angelica sempre tentata da mille esperimenti, qui nella prova finora più impegnativa; lui dedicato al punto da lasciare in una sorta di sottotesto tutte le sue visioni precedenti, tenendo la mano leggera per dar spazio a Norah, fra svolazzi acustici, groove implacabili e violoncelli.

«Little Broken Hearts» è un repertorio di amori disperati ma non presi troppo sul serio anche grazie al lavoro elegantemente irriverente di Danger Mouse. C’è la ventiduenne che si è portata via l’uomo del cuore (in «She’s 22» che dice: «Non ci appartenevamo ma ti piacevano le mie canzoni»), c’è un interrogatorio ad una seconda rivale («Miriam»), e i due brani paiono probabili strascichi di una rottura dolorosa con un fidanzato sceneggiatore. Se così fosse, Norah sembra uscita dal tunnel, lasciandosi addosso solo una scia profumata di malinconia.




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