Renzo Arbore (Ansa)
Renato Pozzetto (Ansa)
I familiari a S.Ambrogio
Adriano Celentano e la moglie Claudia Mori (Ansa)
Roberto Vecchioni (Lapresse)
Massimo Boldi (Lapresse)
Il sindaco di Milano Pisapia, Raffaeke Cattaneo e Roberto Maroni (Newpress)
L'uscita della bara (Ansa)
Massimo Boldi e Cochi Ponzoni (Ansa)
Morgan (Newpress)
La Basilica di Sant'Ambrogio (Newpress)
L'uscita della bara (Newpress)
Basilica di Sant'Ambrogio, i funerali di Enzo Jannacci (Alive)
Renzo Arbore (Ansa)
Milano, 2 aprile 2013 -
"Si potrebbe andare tutti quanti al tuo funerale, cantavi anni fa caro Enzo, e ora ci siamo al tuo funerale e siamo in tanti e siamo tutti", ha esordito così don Roberto Davanzo durante l'omelia, nella Basilica di Sant'Ambrogio gremita di gente. In tantissimi sono accorsi per
salutare un ultima volta Enzo Jannacci, scomparso venerdì scorso all'età di 77 anni. Il feretro è stato
accolto tra gli applausi e la salma è stata poi accompagnata all'interno della Chiesa dalla moglie Giuliana Orefice e dal figlio Paolo. Dopo un'omelia toccante e piena di citazioni delle sue canzoni, la bara è stata portata fuori dal suono degli strumenti di una banda. Il feretro sarà sepolto al Famedio, dove sono sepolti i grandi di Milano.
Tra i primi ad
arrivare Roberto Vecchioni, amico di Jannacci: "era un genio della canzone italiana". Tu ti aspetti una cosa e lui ne fa un'altra migliore". Presenti, tra gli altri, il
Presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, Massimo Boldi, Teo Teocoli, Fabio Fazio. Alla cerimonia anche
Renzo Arbore, gli amici comici
Cochi e Renato, il sindaco di Milano
Pisapia e il critico musicale
Mario Luzzatto Fegiz. A fianco dei gonfaloni delle istituzioni, spicca quello del Milan, squadra del cuore del cantautore.
CELENTANO -
Adriano Celentano e la moglie Claudia Mori, arrivati leggermente in ritardo,
non sono riusciti ad entrare nella basilica, già gremita. La coppia si è soffermata sul sagrato per alcuni minuti e poi si è allontanata: "Avrei preferito poter assistere alla cerimonia, ha spiegato,
ma c'è troppa gente ed è giusto così".
L'OMELIA - Don Roberto Davanzo ha preso ispirazione da una delle sue canzoni più famose: 'Vengo anch'io, no tu no', per l'omelia.
"Si potrebbe andare tutti quanti al tuo funerale... cantavi anni fa caro Enzo, ha esordito don Davanzo, ebbene ora ci siamo al tuo funerale e siamo in tanti e siamo tutti". Nella canzone precisavi il motivo, la curiosità, "
per vedere se la gente poi piange davvero", ha proseguito il sacerdote, e anche questo te lo possiamo garantire:
la gente ti voleva bene, ti vuole bene, perchè non si può non voler bene a chi con la sua arte ha dato voce a quelli che la voce non ce l'hanno, ai tanti anonimi sconfitti della storia''. Un'omelia toccante e piena di citazioni delle sue canzoni.
AL FAMEDIO - Uscita dalla Basilica, un lungo corteo ha accompagnato la salma verso il Famedio, dove Jannacci riposerà insieme ai grandi di Milano. Il corteo funebre è stato salutato con un'applauso commosso da due ali di folla che si era dispiegata in via San Vittore.
SALVINI: "GLI SI INTITOLI IL TEATRO ARCIMBOLDI" - "Enzo Jannacci è stato cuore e coscienza di Milano, e ha fatto tantissimo per rendere viva la nostra bellissima lingua.
Milano gli intitoli il Teatro degli Arcimboldi, spazio di arte, cabaret, musica e poesia. E lo battezzi Teatro Jannacci". E' quanto propone il segretario della Lega Lombarda, Matteo Salvini, in una nota.
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