Carosone trionfa nel mondo con i Carosones. E in arrivo c'è la riscoperta di Fred Buscaglione... L'INTERVISTA

Carosone trionfa nel mondo con i Carosones. E in arrivo c'è la riscoperta di Fred Buscaglione...



Carosone è tornato d'attualità la scorsa estate, con il tormentone dance che ha rivisitato "Tu vò fa l'americano". Ma non solo. A Barcellona è attivissima una band che sta riscoprendo la sua musica, non in chiave elettronica, però. I Carosones (www.carosones.com), nati da un'idea di Nino Milone, italiano trapiantato nell'effervescente città spagnola, 60 anni dopo i successi dell'originale, sono un supergruppo "multiculturale di musicisti ricreano quelle registrazioni che fecero della musica di Carosone un patrimonio culturale. Come restauratori di quadri antichi Carosones é un sestetto che prova a recuperare e conservare la comlessitá e la ricchezza delle composizioni del Maestro lontano dal creare una versione semplificata delle sonoritá originali". E così rifanno brani come "Tu vuo fa l'americano", "Maruzzella", " 'O Sarracino", "Mambo Italiano" e molti altri...

Milone, com'è arrivato a Barcellona?
"Ho trentadue anni e ho vissuto gli ultimi dodici a Barcellona, i dodici precedenti a Milano e gli otto che rimangono Catania, dove sono nato. Per cui si può facilmente dire che sono un terzo siciliano, un terzo milanese e un terzo catalano. Sono arrivato in Spagna per fare l'Erasmus alla facoltá di Sociologia nel 1999 e vedendo che da queste parti era possibile crescere in un ambiente più libero di quello che conoscevo in Italia mi sono fermato. Da allora ho lavorato in due direzioni: da una parte la fotografia (reportage socio-culturale) e dall'altro la musica. La fotografia è stata il mezzo e la scusa per viaggiare e investigare temi sociali in posti come l'Etiopia, la Guinea, il Senegal, la Bolivia, il Messico. La musica e il canto in particolare sono una tradizione familiare che con il tempo si è transformata da passione in lavoro. Prima di partire per la Spagna ho avuto la fortuna di studiare la voce con il metodo Voicecraft ed è stata una marcia in più nel momento in cui ho fatto il salto nel mondo professionale".

Quando è nata la sua passione per la musica di Carosone?
"La mia passione per la musica degli anni cinquanta inizia quando avevo quattordici anni, era il 1993 e ascoltavo tutto il giorno Frank Sinatra e Domenico Modugno. I cantanti swing e melodici erano la mia colonna sonora personale. Ciò destava qualche preoccupazione nei miei amici... erano ancora lontani i tempi del 'revival', dei Michael Bublè e Robbie Williams! Parecchi anni dopo, nel 2008, un gruppo napoletano stava cercando un cantante swing per uno spettacolo a Vancouver su Renato Carosone. Venne fuori il mio nome. Io devo ammettere che all'epoca conoscevo solo i classici di Renato, per cui chiesi di aspettare qualche ora e andai su YouTube a investigare bene. La fortuna volle che nella rete si possono ascoltare le versioni originali, quelle degli anni '50, che qualche anno fa erano esclusiva degli appassionati con il giradischi. Da allora è stato un susseguirsi di scoperte eccitantissime sulla musica del compositore napoletano, è stato come aprire il tappo di una diga di genialità e fantasia. Non solo ho scoperto molti brani che non conoscevo, ma ho potuto apprezzare a pieno l'avanguardia delle tecniche di composizione e di registrazione che Carosone portò in Italia. Per la sua epoca Carosone ha osato tantissimo e ha rotto gli schemi: se si potesse paragonare il suo ruolo nell musica moderna il suo alter-ego penso che sarebbe Frank Zappa. Comunque, nel 2008 mi sono immerso nella musica di Renato e il primo concerto in Canada è stata una rivelazione: davanti a una platea emozionatissima di italiani all'estero mi sono sentito per la prima volta completo nel mio ruolo di artista. Sentivo di avere le corde giuste per raccontare le storie di quell'epoca e le radici per capire e raccontare la cultura che le ha create".

E quando sono nati i Carosones?
"Sono nati esattamente sul volo di ritorno dal Canada a Barcellona. Mi ricordo perfettamente il momento: stavo parlando con il gruppo napoletano sui costi e i contatti necessari per registrare un album su Carosone in Italia. In quel momento mi sono reso conto che dopo dieci anni a Barcellona avrei potuto montare il progetto con molta piú facilità ché i miei amici in Italia. E quando sono atterrato ho iniziato il lavoro... l'idea è semplice: ricreare la musica e le atmosfere delle registrazioni originali del Maestro".

Come si spiega il successo internazionale della musica di Carosone, nel 2011?
"Il succcesso internazionale di Carosone è semplice da spiegare, in quanto il lavoro di un vero genio non solo parla a tutte le culture, ma non tramonta mai. Quello che non riesco a spiegarmi non è tanto il successo mondiale nel 2011, che poi è lo stesso che aveva negli anni '50, anche lì successo planetario ma in quel caso senza internet e tv. Quello che non mi spiego è come sia potuto scomparire dai gusti della gente per quasi vent'anni! A partire dagli anni '60 la musica di Carosone è stata messa da parte ed etichettata come retró. Invece, ad ascoltarla bene, ancora oggi è all'avanguardia! Infatti Renato Carosone, che aveva capito in anticipo quello che stava per succedere, lasciò le scene e preservò la sua musica per momenti migliori".

Cosa pensa del tormentone dance "Tu vò fa l'americano"?
""Mi sembra stupendo che la musica di Carosone continui a far ballare la gente da tutte le parti del globo... anche con un beat più rapido dell'originale! Credo che il successo del remix derivi dal utilizzare parte degli arrangiamenti musicali originali. Sono delle note molto speciali, 'magiche'...".

Quali sono i vostri prossimi progetti musicali?
"Con i Carosones stiamo muovendo la musica di Renato in giro per l'Europa, per ora. Siamo residenti a Barcellona e chiaramente la maggior parte delle date sono da queste parti, ma abbiamo impegni anche in Francia, Germania, Italia. Ora, facendo le prove per il prossimo progetto, questa volta su un altro mostro sacro della musica italiana degli anni cinquanta: Fred Buscaglione. Come si chiamerà il progetto? Freddissimo!".
Dopo la taranta, Carosone. Molti giovani musicisti italiani negli ultimi anni preferiscono guardare indietro e riscoprire i suoni del passato. Perché quest'esigenza?
"Credo che piú che un'esigenza, la risposta sia da trovare altrove; oggi ci sono i mezzi tecnologici per apprezzare la musica italiana senza il filtro di interessi commerciali. Per troppo tempo la programmazione musicale nazionale è stata in mano a radio e televisioni commerciali che non avevano interesse a mostrare musica di basso rendimento economico ma altissimo valore culturale. Oggi i giovani vanno a vedere da soli cosa gli piace e cosa non gli piace della loro storia musicale e il risultato è sotto gli occhi di tutti".